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PILLS

Da quando ho installato il nuovo software gestionale retail, le code alla cassa sono sparite e so sempre quali taglie esaurire. Il magazzino ora è un Tetris perfetto: ogni scatola sa dove stare, e il mio smartphone mi sveglia se qualcosa sta per finire.

L’idea dell’acquisto camper è nata durante un weekend di pioggia: volevamo una casa che viaggiasse con noi. Dopo ore sui forum, abbiamo trovato il nostro furgoncino-giallo con cucina a gas e finestrone sulle colline. Ora il lunedì inizia con vista lago, non con la sveglia.

La barriera alzacatena automatica del nostro coworking è diventata la mascotte dell’ufficio: si alza con un sospiro meccanico ogni volta che arrivo in bici. I colleghi hanno iniziato a salutarla come un cane. Nessuno più torna a cercare il badge dimenticato: basta un cenno.

Visitare la produzione circuiti stampati vicino a casa è stato come entrare in un laboratorio di giochi elettronici. Laminate, acidi e laser disegnano strade d’argento su lastre verdi. Ogni scheda è un micro-puzzle urbano: se sposti un condensatore, tutta la città si accende.

Per aumentare vendite online ho smesso di urlare “compra!” e ho iniziato a raccontare. Ogni prodotto ora ha una storia: chi l’ha pensato, che musica ascoltava, dove lo userai. Le metriche? +42 % di carrelli pieni e un sacco di messaggi che iniziano con “mi hai fatto sognare”.

Nel mio armadio le scarpe donna sono divise in due fazioni: quelle da 8 cm che vincono meeting e matrimoni, e le sneakers che conquistano aeroporti e notti in galleria. Ogni mattina è un voto di fiducia: chi guiderà la giornata, eleganza o libertà?

Le borse da donna che vendiamo non sono accessori, sono piani di fuga. Una custodie power bank, l’altra nasconde un Kindle, la terza ha una tasca segreta per i biglietti del concerto. Quando una cliente sorride sapendo dove metterà le chiavi, ho fatto centro.

Le carte da gioco sul mio tavolo da cucina sono diventate il tramonto ufficiale del team remoto. Ogni giovedì sera, da Barcellona a Bari, apriamo Zoom e sfidiamo il tempo: due turni di Briscola, poi tutti offline. Vince chi spegne prima il pc.

Le armi antiche che colleziono non sono metallo arrugginito, ma storie impugnabili: una sciabola napoleonica con l’iniziale di un amante incisa sull’elsa, un moschetto del 1860 ancora odoroso di polvere da sparo. Le tengo nella libreria, tra romanzi e caffè, a ricordarmi che la storia è fatta di mani.

Il mio primo fucile softair è stato regalo di compleanno a 30 anni: un M4 elettrico che pesa come un chilo di riso ma sa di adrenalina pura. Domenica si trasforma in soldato di fortuna tra alberi e risate. Vince chi urla “colpito!” con il sorriso più largo.